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L'OSSERVATORE
Saša Rakezic alias Aleksandar Zograf
Joe Sacco è uno degli artisti che ha maggiormente caratterizzato la scena del fumetto degli anni '90. Le sue storie più conosciute descrivono le realtà di situazioni calde internazionali - dal Medio Oriente ai Balcani - e il suo approccio 'pressoché giornalistico' è stato senza dubbio innovativo nel mondo dei fumetti.
Harvey Kurtzman, agli inizi degli anni '50, disegnò 'fumetti di guerra' estremamente ben documentati, ma c'era una profonda differenza tra il suo impegno e l'urgenza di creare e distribuire fumetti come Maus, ad esempio. Molti iniziarono a pensare che i fumetti moderni dovessero basarsi meno sulla fantasia, dato che, per molti aspetti, questo medium aveva semplicemente perso il contatto con la realtà e con le vere problematiche dei nostri tempi.

Comunque, Sacco sembrò essere quel qualcuno in cerca di un approccio diverso: decise di recarsi in prima persona nelle zone a rischio e fece ritorno con testimonianze di persone che gli avevano raccontato le esperienze da loro vissute in quei terribili momenti.
Sacco ha tentato, inoltre, di tracciare il background storico e di descrivere il clima politico di queste regioni, trattando così argomenti ben diversi da quelli che si trovavano abitualmente nei fumetti. Le sue informazioni erano spesso diverse anche da quelle che i media ufficiali fornivano. Questa è stata una delle ragioni per cui Sacco è divenuto noto non solo tra gli aficionados di fumetti, ma soprattutto tra persone interessate alla realtà storica che i suoi fumetti descrivono. Se si combina questo con la sua abilità narrativa e il suo tratto elegante e preciso è comprensibile e giustificato il fatto che sia uno dei fumettisti di cui si è più parlato negli anni '90.

Una delle opere più recenti e più premiate di Sacco è Safe Area Gorazde - la storia di un paesino in Bosnia, un'enclave mussulmana circondata da territori serbi, durante la guerra in Yugoslavia nella prima metà degli anni '90. Il fumetto riporta il destino di persone che vivono lontane dall'attenzione dei media e che devono affrontare indicibili privazioni al centro di sanguinosi conflitti. Rappresenta probabilmente un esempio delle centinaia di piccoli inferni che sono esistite nei Balcani durante la guerra e che hanno diviso quella terra chiamata un tempo Yugolsavia in tanti stati nazionali separati tra loro. Probabilmente ci sarebbe stato bisogno di un centinaio di Joe Sacco per raccontare tutte le storie delle diverse fazioni del conflitto, ma l'unico Joe Sacco esistente ha senza dubbio fatto del suo meglio. Ha trovato uno dei casi più gravi, Gorazde effettivamente lo è stato, e ha focalizzato su di esso la sua attenzione.

Potreste chiedervi come mai queste storie non sono state scoperte e raccontate da qualcuno che originario e che viveva nei Balcani.

Posso dirvi che i lavori di Joe Sacco sulla guerra in Yugoslavia sono stati più metodici, sistematici e leggibili di molti dei lavori di artisti e giornalisti dei Balcani che hanno tentato di analizzare e discutere sullo stesso argomento. Per il fatto che i suoi libri erano destinati ad un audience occidentale, Sacco ha dovuto lavorare in modo metodico e sistematico per rendere comprensibile ai lettori il contesto di una storia con complessi precedenti storici e politici.

Sembrava inoltre necessario che ci fosse qualcuno che osservasse la situazione 'dall'esterno', una persona meticolosa, razionale e occidentale. Non che gli occidentali siano sempre bravi ad analizzare la situazione in Yugoslavia, visto che molti di loro tendono a semplificare le situazioni e a fornire visioni estreme, senza sfumature. Le azioni dei paesi occidentali, in molti casi, hanno reso la situazione nei Balcani peggiore di quel che già fosse, e sono servite solo ad aumentare ancora di più la miseria, anche quando essi si sentivano di essere stati mandati in aiuto da Dio. Quindi, quando parlavo di un osservatore occidentale dotato di sangue freddo, mi riferivo ad una mente neutrale e analitica che provenisse dalla sofisticata civiltà creatrice di quella cosa chiamata 'Età della Ragione'. Sono risultati pochi gli osservatori con queste caratteristiche, e Sacco era tra questi. O almeno sembrava uno che ci stesse provando seriamente. Cosa ci si poteva aspettare di più?

Ma attenzione, non è facile parlare di queste cose. Ci sono stati molti e differenti sviluppi dopo il 1991, quando iniziò la crisi dei Balcani. Dopo aver letto Safe Area Gorazde, ci si potrebbe sentire inaspriti e disgustati. Perché tutto è accaduto a quel modo? Perché queste persone hanno combattuto in modo tanto bestiale? Perché non sono riusciti a risolvere la questione in modo pacifico come avevano fatto altre nazioni? Queste erano le domande che alcuni di noi, nei Balcani, si ponevano ripetutamente e non siamo ancora sicuri, dopo tutto questo tempo, di conoscerne le risposte.

Ricordo che ogni fazione del conflitto aveva le sue tragiche storie da raccontare e che ognuna di esse ricorda solamente il dolore che l'altra le aveva inflitto. La vera dissoluzione yugoslava sembrò essere l'apertura del vaso di Pandora - e diverse mani presero parte all'azione. Ma una volta fatto, rimanemmo tutti lì atterriti, a guardare fantasmi e incubi difficili da immaginare che sfilavano di fronte ai nostri occhi. È duro da ammettere, ma eravamo increduli, storditi e non sapevamo veramente cosa fare.

Leggendo Safe Area Gorazde di Sacco e le sue descrizioni della vita 'civile' che continua in un piccolo paese, nonostante i tumulti della guerra, si può vedere un altro aspetto della vita nei Balcani. Sacco descrive i suoi amici bosniaci come persone a cui piace divertirsi e ritrovarsi nei bar della zona. Persone né migliori né peggiori di altre, solo più o meno normali. Sono musulmani (in questo libro infatti Sacco non parla molto delle controparti serbe e croate ed è comprensibile dato che questa è la storia di Safe Area Gorazde), ma si può chiaramente intuire come queste persone non abbiano niente di diverso dai serbi o dai croati. Non è difficile immaginare che gli abitanti di Gorazde siano proprio come quelli di altri paesi in altre parti del mondo.

Nonostante questo, durante la guerra, vecchi amici e vicini di diverse nazionalità divennero nemici e iniziarono a considerarsi estranei e 'diversi'. Questo improvviso cambiamento è una delle chiavi per capire il meccanismo della spirale di violenza che si alimenta senza fine nello svilupparsi di una guerra.

Come serbo, se posso prendermi la libertà di parlarne, dirò che il libro di Joe Sacco è una lettura interessante, anche perché parla delle atrocità compiute dai serbo-bosniaci.
Non posso giudicare l'autenticità di ogni storia illustrata, ma penso sia molto importante farle conoscere e parlare di ciò che è successo. Onestamente mi piacerebbe che Safe Area Gorazde venisse pubblicato in Serbia. Non credo sia giusto parlare delle atrocità che altri hanno inflitto alla tua nazione se non si mette in luce anche ciò che la tua nazione ha inflitto alle altre. Penso sia molto pericoloso nascondere le atrocità compiute senza portarle all'attenzione di un pubblico che ne possa discutere. I serbi dovrebbero saperlo molto bene, dato che furono loro stessi vittime di indicibili stermini di massa durante la Seconda Guerra Mondiale. Per decenni questa vicenda venne tenuta nascosta dagli ufficiali della ex-Yugoslavia e strumentalizzata dai politici: ciò ha portato inevitabilmente una gran frustrazione. E poi, ci siamo ritrovati confusi e impotenti nel momento in cui l'orribile demone è uscito dai più neri abissi dell'animo umano!

Sono tutte tematiche grosse, ed è molto importante capire che potevano e possono essere l'argomento di fumetti, come nel lavoro di Joe Sacco, appunto. Il fumetto, come medium, ha delle potenzialità che la nostra società ha ampliamente trascurato. Forse artisti come Joe Sacco possono contribuire a far capire come le storie a fumetti possano essere utilizzate in modi diversi e innovativi. Alcuni dei quali devono ancora essere scoperti.